Der Mediziner Giuseppe Baruffi bittet um die Verleihung einer Stelle an einer der beiden Universitäten im Königreich Lombardo-Venetien. Vor kurzem hatte er nämlich erfahren, dass seinem Vorgesetzten im örtlichen Spital ein Orden für die Behandlung österreichischer Soldaten verliehen worden sei. Allerdings hatte der Direktor des Spitals keinen einzigen Soldaten kuriert, sondern Baruffi selbst und ein Chirurg hatten alle Soldaten versorgt. Beide haben dafür jedoch keinerlei Anerkennung von Seiten des Staates erhalten. Diese Zurücksetzung und der gleichzeitige Wunsch, sich wieder den medizinischen Studien zu widmen, haben in ihm die Idee reifen lassen, Leo Thun zu bitten, ihm eine Stelle an der Universität von Padua oder Pavia zu verleihen. Er versichert, hierzu durch ausgedehnte Studien in Italien und Frankreich befähigt zu sein, was zahlreiche Diplome bestätigen würden.
Eccellenza
Sia parola primitiva di quest’ umile foglio una prece rispettosa, onde impetrare
da Vostra Eccellenza il perdono dello averglielo, forse arditamente, inviato. La
quale indulgenza io mi attendo dalla specchiatissima degnazione di Lei, che è
veramente compresa della utilità, che abbiano a porgere i Magistrati, anco
eccelsi, un benigno ascolto alla voce di qualsiasi cittadino di
onore.
Giungeva testé a noi la notizia, che Sua
Maestà l’Imperatore conferiva la Croce d’oro del merito a questo
Direttore dello Spedale civile, Dr.
Pignolo, per cure qui prestate ai Militari austriaci infermi o
feriti. Ossequiando io la Sovrana Risoluzione, non posso però a meno di far
conoscere in via privata a Vostra Eccellenza che il Dr. Pignolo, come Direttore, non curò un
infermo giammai nello Spedale, e ch’io solo, come Medico Primario ò trattate a
migliaia le malattie interne dei Soldati, e un valente chirurgo si occupava
delle esterne lesioni. Non avendomi pertanto il mio lavoro, faticosissimo,
straordinario e con ottimi successi riuscito, a vantaggio delle k.k. Truppe,
come dimostrano alcune attestazioni onorevoli rilasciatemi dai Signori Ufficiali
Superiori, non avendomi, dissi, fruttato un solo cenno di riconoscenza per parte
della autorità costituite, dovrò con Virgilio
ripetere:
Hos ego versiculos feci, tulit alter honores,
Sic vos non
vobis vellera fertis oves, etc.
In me nacque però una lusinga, che Vostra
Eccellenza non fosse per isdegnare, col suo alto patrocinio, di procurarmi una
qualche riparazione alla desolatrice dimenticanza, in cui furono purtroppo le
mie prestazioni sepolte, e perciò mi feci animo a rivolgere il presente
indirizzo. Ridesterebbesi allora in me più vivo l’amore agli studi, a cui mi
sono per natura inclinatissimo; studi che prosperando eccitarono l’invidia del
suddetto Direttore d’Ospitale, e mi costrinsero per tranquillità a dimettermi,
dopo undici anni di servizio, dal carico di Medico Primario; studi, che mi
valsero i Diplomi delle principali accademie d’Italia, e di una pur celebre di Francia; studi, che mi sorreggeano nell’insegnamento privato
della medicina, e nelle Supplenze alla Cattedra di fisica; studi infine, che mi
giovarono per la compilazione di assai Memorie scientifiche, pubblicate nei
Giornali Italiani, e sovente riportate o citate da altri con lode.
E ardirei
qui porle sott’occhio, Eccellentissimo Signor Conte, ch’ io pure, a completo
guiderdone d’ogni mio studio e fatica, saluterei con altissimo giubilo la
fortuna, che mi levasse ad uno o ad altro dei due Posti Cattedratici, ai quali ò
ultimamente aspirato, la cattedra cioè di Terapia Speciale e
Clinica Medica nell’ Università di
Pavia
, e quella di Patologia generale e
farmacologia nell’ Università di
Padova
.
A Vostra Eccellenza, illuminata sostenitrice
e pietosa dell’ onest’uomo in isventura, intieramente mi affido; e da Lei,
supplice, invoco aiuti efficaci, alzando un fervidissimo voto, acciò alla
perfine la mia social posizione in meglio tramuti. Accolga Vostra Eccellenza con
favorevole animo i miei sentimenti, e la mia incancellabile gratitudine per lo
benificio, ch’Ella avesse a compartirmi, e conceda, ch’io con profondissimo
ossequio e venerazione passi a segnarmi.
Di Vostra Eccellenza preclarissima
Umilissimo, Devotissimo ed Obbligatissimo Servitore
Giuseppe Dr. Baruffi
Segretario per le Scienze di questa Accademia
e già Medico Primario dello
Spedale civile.
Rovigo, 10. Agosto 1853