Der Kanoniker Giacomo Ghidoli wendet sich an Leo Thun und bittet um Hilfe für zwei Waisen. Die beiden Kinder sind seit dem Tod des Vaters in der Obhut von Ghidoli. Der Vater war Apotheker am Mailänder Militärspital und starb während des Aufstandes 1848. Ghidoli betont dessen Verdienste um Staat und Kirche. Die Kinder sollen eine Schulausbildung erhalten und so zu treuen Dienern des Staates werden, so wie ihr verstorbener Vater. Ghidoli bittet daher um die Hilfe des Staates, da er selbst nicht die finanziellen Lasten für Ausbildung der Kinder tragen könne. Ghidoli vertraut auf die Güte des Kaisers, der sich stets um die Angehörigen seiner treuen Staatsdiener kümmere und bittet um die Fürsprache des Ministers.
Eccellenza!
Sullo spirare del passato Agosto col valido appoggio di Sua Eccellenza il
Comandante Militare di Lombardia il Signor Conte Giulay osava il sottoscritto umiliare al Governatore
Generale del Regno Lombardo-Veneto il Feld-Maresciallo il Signor Conte Radetski rispettosa istanza,
colla quale domandava alla Maestà dell’Augusto
nostro Sovrano d’essere preso in benigna contemplazione nella
nomina della vacante
Abazia di S. Barbara in Mantova
, onde mettersi in grado
di poter giovare a due sgraziati orfanelli, figli del Capo-Farmacista
dell’Ospital Militare Francesco
Apatschnig, morto in Milano
nel 1848, da lui raccolti in tenera età nel tempo
appunto, in cui la Rivoluzione più baldanzosa alzava l’aborrità fronte, e più
fiera mostravasi contro gl’individui appartenenti all’Austriaco Governo.
Il
sottoscritto non conta sui lunghi servigi resi allo Stato, ed alla Chiesa. Al
primo in qualità di Direttore Spirituale in quest’ Imperial Regio Instiuto de’
Sordo-Muti, incombenza che da oltre venticinque anni disimpegna tuttora affatto
gratuitamente: all’ altra avendo consumati più di trent’anni nella cura delle
anime, carriera che batte anche al presente; ma tutto si appoggia e confida
nella Clemenza Sovrana ch’egli spera propizia mercè la potente mediazione di
Vostra Eccellenza cui non cessa mai d’implorare.
Eccellenza! Se l’umile
sottoscritto potrà conseguire il posto che domanda non la sua condizione
soltanto sarà migliorata, ma quella ancora di due infelici orfanelli, che in
questo mondo non hanno appoggio di sorta alcuna, che son privi di tutto, e
senz’altro mezzo di sussistenza che la tenue pensione di annui cento Fiorini per
amendue. Fornito il sottoscritto di più larghi mezzi, senz’importunare più oltre
chichesia, egli solo penserà per un’educazione de’ suoi tutelati che sia
conveniente ai civili loro natali.
Vero è che al maggiore di questi per nome
Enrico venne assegnato uno dei
posti gratuiti vacanti nell’ Imperial Regio Collegio Longone di questa Città; ma oltre che rimane ancora a suo
carico la minora di essi per nome Angiola, le spese occorrenti per l’ammissione al Collegio, il
necessario corredo, non che la manutenzione ordinaria, ed annuale di abiti,
libri e di molte altre cose che non possono sfuggire alle mente sagace di Vostra
Eccellenza non solo assorbiscono il tenue assegno; ma richieggono altri
sacrifici a cui non potrebbe sottostare il sottoscritto d’altronde di già
aggravato da altri pesi di famiglia. L’Eccellenza Vostra adunque
coll’interessarsi a favore dell’esponente compie un’opera di carità: e siccome è
proprio delle anime nobili e generose soccorrere altrui, così il sottoscritto
vive nella ferma fiducia che l’Eccellenza Vostra giustamente decantata per
altezza di sentimenti, e generosità di cuore vorrà adoperarsi per un’individuo
che non chiede tanto per sé, quanto per due teneri, e sgraziati orfanelli che
non possono sperare soccorso se non dal saggio Governo di Sua Maestà il quale ha
sempre tenuto in conto di propri, i figli superstiti de’ fedeli suoi Funzionari.
Se i suoi tutelati poi seguiranno, come giova sperare, le onorovoli pedate del
padre, il sottoscritto sarà pago di aver preparati dei sudditi fidi, e lealmente
attaccati all’Austriaco Governo.
Persuaso il sottoscritto che l’Eccellenza
Vostra vorrà accogliere benignamente quanto ebbe l’onore l’esporLe con tutta
sincerità e schiettezza, passa a protestarsi coi sentimenti della più alta
stima, e maggior considerazione.
Di Vostra Eccellenza Illustrissima
Umilissimo, Divotissimo ed Obbligatissimo Servo
Cavaliere Giacomo Ghidoli Canonico nell’ Imperial Regia Basilica di S. Ambrogio in Milano
Milano li 12. Luglio 1853